La Disciplina Serpentis è il lascito di Set, un regalo ai suoi bambini. I Seguaci di Set custodiscono gelosamente i segreti di questa Disciplina e insegnano l’arte dei rettili solo a coloro che ritengono meritevoli (quasi mai a degli estranei). Molti cainiti temono i setiti proprio a causa di questa Disciplina, che dona il potere dei serpenti e del Tentatore. Serpentis può rievocare negli altri la paura primordiale, soprattutto quelli che ricordano il racconto dell’Eden. Dopotutto, sibilano i Setiti, il serpente era un male più antico dello stesso Caino.

? Gli occhi del Serpente 

Questo potere concede ai Setiti il leggendario sguardo ipnotico del serpente. Gli occhi dei Setiti diventano color oro, con larghe iridi nere, e i mortali che si trovano vicini al personaggio vengono stranamente attratti. I mortali che incontrano lo sguardo incantatore del vampiro rimarranno immobilizzati fino a quando il personaggio non distoglierà gli occhi.

Sistema: il bersaglio viene immobilizzato mediante un contatto di sguardi. I mortali vengono influenzati automaticamente, gli esseri soprannaturali possono resistere mediante un tiro di Fermezza + Resistenza Sovrannaturale (Generazione, Gnosis, Wyrd etc.) contro Presenza + Persuasione + Serpentis. Se il Setita vince la sfida il bersaglio è immobilizzato. Se il bersaglio subisce danni mentre è paralizzato dal potere, può tirare Fermezza + Autocontrollo per tentare di spezzare l’incantesimo.

?? La Lingua dell’Aspide

Il Setita può allungare la propria lingua a comando e farla divenire biforcuta come quella di un serpente. Tale organo può raggiungere il mezzo metro di lunghezza ed essere un arma terrificante durante il combattimento corpo a corpo.

Sistema: l’utilizzatore del potere può attaccare usando la sua mostruosa lingua come un’arma. Il tiro richiede Destrezza + Rissa – Difesa, e la lingua aggiunge 2 al pool dei danni (letali). Se il Setita colpisce, può immediatamente bere il sangue della vittima replicando gli effetti del Bacio vampirico. Può inoltre usare la lingua come uno strumento sensoriale, assaggiando l’aria circostante ed evitando le penalità della cecità.

??? La pelle della Vipera

Facendo appello al proprio Sangue, il Vampiro può trasformare la propria pelle rendendola screziata e squamosa. In questa forma diviene più agile e flessibile. Il Sentiero del Guerriero (una stirpe di Setiti che aderiscono ad un antico codice dei guerrieri d’Egitto) utilizza molto questo potere.

Sistema: Il Setita spende un Punto Sangue e inizia la trasformazione (che richiede un turno). Il personaggio guadagna Armatura equivalente al valore di Serpentis posseduto, può scivolare attraverso aperture grandi quanto la testa e le sue zanne si allungano a dismisura, diventando ricurve come quelle di una serpente (+1 ad ogni attacco basato sul morso). L’armatura non si applica agli attacchi da fuoco o da luce solare.

???? La Forma del Cobra

Il Setita può cambiare la propria forma divenendo un enorme cobra nero. Il serpente pesa tanto quanto il Vampiro in sembianze umane, è lungo oltre tre metri e largo quanto una coscia di donna. La Forma del Cobra garantisce numerosi vantaggi: il morso velenoso, l’abilità di strisciare nelle piccole aperture e un olfatto molto più acuto. Il personaggio può utilizzare qualunque Disciplina mentre si trova sotto questa forma, tranne quelle che implicano l’uso delle mani (come Artigli della Bestia).

Sistema: la trasformazione necessita della spesa di un Punto Sangue e richiede tre turni per completarsi. I vestiti e l’equipaggiamento del vampiro si trasformano insieme a lui, e il personaggio riceve un +2 a tutti i tiri di percezione che coinvolgono la vista e l’olfatto e un -3 a tutti quelli che coinvolgono l’udito. Il Cobra infligge gli stessi danni del vampiro, ma il morso è velenoso (tossicità pari al valore di Serpentis del vampiro). Chi viene morso deve effettuare un tiro di Fermezza + Costituzione – Tossicità, in caso di fallimento soffrirà un numero di danni letali pari alla Tossicità del veleno (i vampiri sono immuni al veleno, altri esseri soprannaturali reagiscono a discrezione del narratore).

????? Il Cuore di Tenebra

Il Setita che abbia maestria in Serpentis può estrarre il cuore dal proprio corpo. E’ in grado di usare questa abilità anche su altri Cainiti, sebbene questo richieda ore di raccapricciante “chirurgia”. Solo la luna nuova, la luna invisibile, garantisce che questo potere abbia successo. Se eseguiti in un’altra fase di luna, il rito fallisce. Subito dopo aver rimosso il cuore, il Setita lo ripone in una piccola urna di argilla che nasconde con cura o sotterra. In questo modo qualunque pezzo di legno trafigga il suo petto non avrà effetto e potrà resistere alla frenesia più facilmente.  I Setiti sono molto attenti a proteggere i loro cuori. Se qualcuno si impossessasse di tale organo, la Serpe sarebbe completamente alla mercé di quella persona. Il cuore può essere distrutto solo se gettato nel fuoco o esposto ai raggi solari, ed è immune da qualsiasi altro danno fisico. Se questo dovesse accadere, il Setita morirebbe all’istante, trasformandosi in un mucchietto di cenere e ossa annerite. Quando si affonda un paletto di legno nel cuore esposto il Setita cade in un torpore istantaneo. Una Serpe può portare con se il proprio cuore, o seppellire in luoghi diversi numerosi “cuori falsi”. Spesso evita il luogo ove il cuore è nascosto per diminuire le possibilità che venga trovato. Coloro che si intendono delle tradizioni Setite mormorano che gli anziani corrotti del Clan spesso custodiscano i cuori dei propri subalterni, per controllare meglio i neonati irriverenti.

Sistema: estrarre il cuore richiede un tiro prolungato di Destrezza + Medicina (nessuna penalità per incompetenza se il vampiro non la possiede). Ogni tiro rappresenta un’ora di lavoro, ed è necessario accumulare almeno 5 successi. Quando il cuore è estratto, il soggetto è immune a qualsiasi tentativo di impalettamento e guadagna un bonus di +2 per evitare la Frenesia. Se il cuore viene impalettato, il vampiro entra immediatamente in torpore. E’ inutile specificare che l’utilizzo di questo potere su un mortale ne causa la morte immediata.

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