[ANSA: 17 Settembre 2012]
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Direttore e dieci operai bruciano vivi nel rogo della Bernardini S.P.A.
Disordini nella zone di Pescia. Fin dal tardo pomeriggio di ieri una folla inferocita ha preso d’assalto i capannoni e gli uffici delle Industrie Bernardini, colosso nell’edilizia ed eccellenza dell’import/export della provincia di Lucca, dando poi fuoco all’intero complesso commerciale. Già da diversi mesi la situazione era testa – ci spiega il responsabile alle relazioni con il pubblico Alberto Martinelli – ma non ci aspettavamo di certo una reazione simile proprio quando erano state appena avviate numerose iniziative volte alla riqualificazione delle zone urbane che si trovano nei dintorni delle nostre strutture a Pescia e Porcari.
Soltanto in tarda notte, dopo l’intervento dei reparti d’assalto della polizia con gas lacrimogeni ed idranti, il gruppo di rivoltosi si è disperso e la situazione è tornata alla calma, ma ormai era troppo tardi. Soltanto quando le fiamme si sono estinte, il tragico bilancio della notte di terrore è stato di undici morti fra cui il Direttore dello stabilimento, Antonio Bernardini, e quindici fra operai e rivoltosi rimasti intrappolati fra le fiamme. Il numero di intossicati ammonta a cinquantadue, mentre negli scontri che si sono accesi prima e dopo il tragico evento, ben ventidue agenti della polizia risultati contusi o seriamente feriti sono stati trasportati d’urgenza all’Ospedale Campo di Marte. Gli investigatori affermano come secondo loro dietro a questi scontri vi siano gruppi anarchici, ma mantengono il massimo riserbo su ogni dettaglio.
Il Comitato per la Salute e l’Ordine Pubblico, organo che si occupa di tutelare e difendere i diritti della stragrande maggior parte dei cittadini, in una nota che ci ha fatto pervenire ci fa sapere come sia allo scuro di ciò che è avvenuto, declinando ogni responsabilità, ma al contempo affermando – assumendosene ogni responsabilità – come sia da diversi anni che la Bernardini riversa veleni nelle campagne circostanti, dispensando promesse mai mantenute e perseguendo una cementificazione selvaggia ed incontrollata volta unicamente a massimizzare i propri introiti sulla loro pelle.